BANDO TRIENNALE BORSE DI STUDIO PER MERITO

Un bando triennale per premiare progetti di studio meritevoli. Tre borse di studio per tre anni con 18.000,00 euro a sostegno dei laureati.

Anche quest’anno la Fondazione Cassa Rurale Val di Non indice un bando dal titolo “Sviluppo economico, tecnico, sociale e culturale in Anaunia. Passato, presente e futuro tra innovazione e sostenibilità” fino ad un massimo di n. 3 borse di studio di 2.000 euro ciascuna per tre anni.

 

Un premio, questo, pensato per tesi di laurea magistrale redatte attorno ad uno dei temi contenuti nel titolo e legati al territorio della Val di Non. Un bando triennale e cioè valido per tre anni (2022-2023-2024), che verrà tuttavia comunicato e pubblicizzato ogni anno, ideato sotto questa formula per sollecitare o influenzare studenti in procinto di laurearsi a trattare il tema dello sviluppo economico, tecnico, sociale e culturale della Val di Non nell’ambito di analisi e ricerche legate al passato ma anche al futuro con un occhio rivolto all’innovazione e alla sostenibilità. La tematica non deve per forza essere legata al settore economico. Essa potrà essere, ad esempio, di natura culturale, sociale, tecnica, naturalistica, antropologica o altro. L’importante è che si attenga al tema riassunto nel titolo e che sia rivolta alla Val di Non.

 

Il fine della Fondazione Cassa Rurale Val di Non è quello di premiare buone idee, progetti o analisi in funzione di un futuro sostenibile o di un passato ancora da scoprire o comprendere. Per partecipare non serve essere della Val di Non ma - senza limiti di età - analizzarla da svariati punti di vista o spazi temporali.

 

Tre sono le borse di studio da 2.000,00 euro ciascuna che ogni anno verranno dunque assegnate qualora la commissione tecnica ed il giudizio insindacabile della stessa ritenessero meritevoli i progetti pervenuti nei termini prestabiliti.

 

Dunque entro il 31 marzo, ai fini dell’accettazione della domanda, è necessario inviare la tesi di laurea in formato pdf con i seguenti documenti:

 

Copia della carta d’identità

• Copia digitale della Tesi di Laurea

• Abstract della Tesi di Laurea

• Copia degli esami sostenuti con votazione

• Curriculum Vitae

• Certificato di laurea

 

La domanda di partecipazione, scaricabile dal sito della Fondazione, con tutti gli allegati richiesti, dovrà pervenire esclusivamente in formato elettronico all’indirizzo mail info@fondazionecrvaldinon.it come di seguito elencato:

 

Per chi ha conseguito la laurea magistrale nell’anno solare 2021-2022 entro il 31 marzo 2023

• Per chi ha conseguito la laurea magistrale nell’anno solare 2023 entro il 31 marzo 2024

• Per chi ha conseguito la laurea magistrale nell’anno solare 2024 entro il 31 marzo 2025

 

Un progetto che desidera premiare ma anche dirottare idee e studi ad affrontare il tema della Val di Non analizzando una o più sfaccettature che da sempre l’hanno resa unica afferma il Presidente della Fondazione Cassa Rurale Val di Non Dino Magnani.

 

Un’opportunità in più, anzi tre o meglio nove in tre anni, per premiare buone idee, studi o analisi di casi, realtà, progetti legati all’inesauribile fonte qual è la Val di Non. Economia, cultura, natura, associazionismo, ambiente ed altro possono essere i temi attorno ai quali costruire tesi di laurea che potrebbero essere il punto di partenza, anche, per un lavoro, una collaborazione o ulteriori approfondimenti di studio magari attraverso un dottorato. Ecco, la Cassa Rurale Val di Non – Rotaliana e Giovo, attraverso la Fondazione Cassa Rurale Val di Non, desidera premiare studi meritevoli tramite aiuti concreti come, anche, la comunicazione degli stessi a realtà del territorio direttamente interessate dallo studio al fine di comprendere se vi possa essere uno sbocco futuro come una pubblicazione o addirittura un lavoro” prosegue il Presidente della Cassa Rurale Val di Non – Rotaliana e Giovo Silvio Mucchi.

 

Per maggiori info: www.fondazionecrvaldinon.it

Facebook e Instagram/ fondazionecrvaldinon

Vincitore anno 2022

Massimo Odorizzi

Ho deciso di partecipare al bando Lo sviluppo economico, tecnico, sociale e culturale in Anaunia. Passato, presente e futuro tra innovazione e sostenibilità poiché ritengo che sia attinente alla mia tesi, intitolata Reti, Tridentini, Anauni, Romani. Fonti e tendenze storiografiche di un territorio di confine per le seguenti ragioni:

- Nella tesi ho raccolto e analizzato la quasi totalità delle fonti letterarie ed epigrafiche riguardanti la Val di Non per il periodo che va dalla Seconda età del Ferro all'età romana-imperiale: assieme alle fonti archeologiche, di cui pure mi sono occupato, si tratta delle uniche testimonianze che ci consentono di accrescere le nostre conoscenze sulla storia della Val di Non in un periodo nel quale essa, peraltro, rivestiva una grande importanza nel territorio trentino;

- A mio avviso, fra la popolazione della Val di Non c'è una scarsissima consapevolezza della propria storia: di come pressoché ogni paese abbia una continuità abitativa di più di duemila anni, di come appunto quasi ogni paese abbia restituito tracce di insediamenti prima retici e poi romani (il tema, peraltro, sarà probabilmente oggetto di un dottorato di ricerca a partire dall'autunno prossimo venturo);

- Ritengo inoltre che una maggior consapevolezza del valore dei reperti storico-archeologici potrebbe in qualche modo limitare una pratica estremamente dannosa e putroppo diffusa: quella dei privati che durante lavori agricoli ritrovano accidentalmente reperti antichi e che, invece di consegnarli correttamente alla collettività, decidono di tenerseli o peggio ancora di venderli; i terreni della Val di Non sono letteralmente pieni di tracce del nostro passato, e questa pratica mina seriamente le possibilità di una maggior conoscenza della nostra storia.

- Infine, ritengo che una maggior consapevolezza da parte della popolazione potrebbe avere anche delle ricadute economiche: le aree di interesse storico-archeologico della Val di Non sono estremamente sottodimensionate rispetto alle potenzialità della valle. Infatti, ad esclusione del museo retico di Sanzeno, dell'area di San Martino di Vervò e dei Campi Neri di Cles, esiste poco o null'altro: una maggior consapevolezza della popolazione potrebbe portare, auspicabilmente, ad una più ampia valorizzazione del patrimonio storico-archeologico; la “musealizzazione” e la promozione di un maggior numero di aree potrebbe senz'altro avere ricadute positive in termini di turismo.

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